Il Vietnam è un paese che davvero vale la pena visitare, è ancora selvaggio e autentico, nonostante sia pienamente convinto che stia cambiando alla velocità della luce.
Per questo, è così importante visitarlo usando gli stessi mezzi di trasporto che usano i locali: nella maggior parte dei casi sono ancora il sempre consigliatissimo motorino e la bicicletta.
Se mi dedicherai qualche minuto del tuo preziosissimo tempo online, in questo articolo ti spiegherò quindi come evitare di “abboccare senza esca” elencandoti i motivi per cui non devi mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, fidarti di un parcheggiatore di biciclette in Vietnam ed in particolar modo a Hoi An*.
L’antefatto.
Febbraio 2019: il Founder & CEO, un neotatuato Nico Patrian ed il sempre affidabile Dott. Geologo Andrea Pavanati poggiano per la prima volta i piedi su Hoi An, arriviamo in serata e pensiamo di uscire per cenare e magari divertirci un po’, trovando quel magnifico pub chiamato Tiger Tiger.
Il giorno dopo, in lieve hangover, ahimè, non riusciamo a noleggiare il motorino e quindi ripieghiamo su delle biciclette messe a disposizione dal nostro alloggio, un bel B&B in pieno centro.
Vagamente fuori luogo sui nostri velocipedi, ci dirigiamo quindi verso la spiaggia di Hoi An, a qualche decina di minuti dal centro città.
Prima di scendere in spiaggia, arriviamo al grande ricovero per biciclette che si trova sulla via principale prima di arrivare alla sabbia.
Tutto bene, il viaggio sta andando alla grande, i vietnamiti tutto sommato sono ok, abbiamo trovato un posto che davvero ci piace e siamo pronti ad affrontare qualsiasi festa… qualcosa di molto pericoloso si sta insinuando nei nostri già discutibili comportamenti in viaggio: l’Overconfidence.
Il tizio del parcheggio di biciclette ci accoglie con un gessetto e scrive 3 numeri uguali sulle nostre selle, dandoci un biglietto con lo stesso numero**.
Fin qui tutto ok, tuttavia abbiamo un solo lucchetto, di quelli corti, che riesce agevolmente a chiudere solamente 2 delle 3 fantastiche bici che abbiamo. Poco male! Il parcheggiatore ha subito la soluzione pronta e tira fuori dalla tasca un lucchetto grande come il nostro assicurando l’ultima bici alle altre 2.
Ma guarda che fortuna! Tutto a posto… Possiamo andare a goderci la spiaggia, magari fare un bagnetto, aspettare il tramonto, accennare un aperitivo con una fantastica lattina di birra venduta a 90 centesimi, cosa potrebbe andare storto***?
1. Al ritorno dalla spiaggia potresti non trovare la bici.
Al ritorno dalla giornata di spiaggia, freschi come delle rose, ci rechiamo dal parcheggiatore con il nostro bravo bigliettino in mano che consegniamo al parcheggiatore.
Il parcheggiatore riconsegna quindi una bici al nostro neotatuato imprenditore preferito, un’altra bici all’affidabilissimo dott. Geologo Andrea Pavanati e… Basta.
2. Le trattative per avere comunque una bici con cui tornare potrebbero essere frustranti.
E quando dico frustranti intendo porco demonio lo faccio a pezzi ‘sto cinciallegro, ma proprio con me deve fare il furbo?
La veloce escalation che è seguita nei pochi minuti in cui ero convinto che si sarebbe sistemato tutto subito è stata:
- Chiedo cortesemente la bicicletta
- Cerco nel parcheggio che non sia stata lucchettata da qualche altra parte in buona fede
- Sclero, fotografo il tizio e inizio a sbraitare in inglese che se non mi tira fuori una bici vado alla polizia con la sua foto e 2 testimoni****

Devi sapere che, in un paese dove la Società vive da millenni nella convinzione che non si debbano fare trasparire le proprie emozioni e che è uscita da una guerra dove ha messo in fuga gli americani perché conosceva il territorio ed era particolarmente efferata nella giungla, quindi sai cosa gliene frega di te e la tua bici, il punto numero 3 arriva velocissimo e risulta particolarmente scenografico perché è difficile trovare qualcuno che alzi la voce per strada.
3. Potrebbe esserti consegnata una bici diversa da quella che avevi all’arrivo.
Dopo una serie di minacce al parcheggiatore e colloqui con altri turisti che stavano facendo calare velocemente la reputazione del parcheggio, il parcheggiatore si decide e mi consegna finalmente una bicicletta diversa.
Un catorcio demmerda, devo dire, nemmeno lontanamente equivalente a quella che avevo prima, che ricordo, non era mia ma noleggiata dal B&B che aveva il mio passaporto in consegna*****
4. La bici di riparo potrebbe non essere qualitativamente adeguata alle tue prestazioni fisiche.
Essendo l’imbrunire ed avendo informazioni a sufficienza per tornare con i proprietari della bici a sistemare la questione con il parcheggiatore e, se fosse servito, con qualsiasi Vietcong ci si fosse parato davanti, mi accontento di tornare a casa con la bici di riparo.
Un catorcio demmerda, come dicevo, più piccola e con dei pedali molto più duri da fare girare.
Forte dell’esperienza da ragazzino, secondo la quale la mia testa mi suggeriva che un pedale più duro da fare girare poteva significare che la bici avrebbe potuto correre di più, ingaggio quindi una gara con i 2 pazzi scatenati che erano in viaggio con me con l’obiettivo di distruggerli in rettilineo.
Quindi in piedi sui pedali de ‘sto catorcio demmerda! Una pedalata a tutta forza con il destro, una con il sinistro e gli altri sono già indietro, la seconda con il destro e già avevo i capelli al vento, spingo di nuovo con il sinistro e salta via il pedale******.
5. Potresti dover imparare una nuova skill assolutamente inutile nella vita.
Vengo dopo poco superato dagli altri concorrenti, il pedale rovinato in mezzo alla strada indietro di chissà quanti metri… Decido di recuperarlo.
Già dai primi millimetri mi rendo conto che non è fattibile tornare fino al centro di Hoi An con la bicicletta usata come monopattino.
Dopo qualche poderosa spinta di sinistro (lato in cui non c’era più l’ingombro del pedale) arrivo al detrito sulla strada e lo recupero.
Mi volto e trovo il modo di pedalare usando il piede destro normalmente ed un abile gioco tacco-punta del piede sinistro sul moncherino del pedale sinistro per completare la pedalata.
6. Nell’era digitale lo scherno su Instagram è assicurato.
Poco più avanti i compagni di avventure sono già accasciati a terra dal ridere.
Le stories di Instagram del Dott. Geologo Andrea Pavanati che riprende con voce narrante la mia pedalata con un pedale solo rimarranno nei server in eterno, salvate sulla sezione Vietnam del mio Instagram… ogni tanto preso dalla nostalgia le riguardo e ci rido su ma al momento non era così divertente.
7. La perdita di tempo per evitare il raggiro in viaggio ti farà sentire un pollo.
Al ritorno presso l’alloggio spiego l’accaduto alla proprietaria, mostro la foto del tizio e cerco di capire quanto mi costerà la faccenda.
La proprietaria mi rassicura dicendomi che è tutto a posto ma che mi vorrebbe con lei per le trattative con i parcheggiatori il giorno dopo.
8. La bicicletta potrebbe magicamente ricomparire davanti al tuo alloggio.
Ebbene sì, signore e signori… Non so se il parcheggiatore o la proprietaria del parcheggio, comunque uno dei 2 è passato la sera stessa con la bicicletta finché eravamo fuori per cena.
Fantastico, risparmio di tempo inaspettato!
9. La bicicletta ricomparsa potrebbe non essere quella giusta.
E così è stato. La proprietaria dell’alloggio non ha riconosciuto la sua bicicletta e quindi si riparte da zero.
Il giorno dopo, stavolta motorizzati, torniamo in massa al parcheggio di biciclette e viene dato inizio alla trattativa tra la proprietaria della bici e la proprietaria del parcheggio… Una lotta estenuante di 2 ore che produrrà un foglio con una promessa di restituzione della bici o di risarcimento del prezzo pieno per comprarne una nuova (equivalente), senza conseguenze apparenti per me e il mio passaporto
Sì vola, ma ci abbiamo pur sempre perso 2 ore.
10. Conoscere così nel profondo la società vietnamita potrebbe non essere così piacevole.
La trattativa è stata avvincente: entrambe le parti volevano avere ragione ed erano alterate ma, complice la cultura multimillenaria, non esternavano la minima espressione facciale e continuavano a lottare con la stessa espressione che avrebbero probabilmente avuto durante il sonno… Nulla.
In tutto questo io e gli sfortunati convenuti, assistiamo increduli mentre io sono anche vagamente preoccupato per il mio passaporto.
2 ore di tempo perso in viaggio sono inestimabili ma quanto ho imparato con questa vicenda lo porterò con me per sempre.

11. I sensi di colpa ti perseguiteranno per tutta la vita.
E non sto parlando del pedale rotto, ma della bici perduta… Non avrei mai voluto essere così pollo e mettere l’adorabile proprietaria dell’alloggio in quella situazione!
Ti prego fai tesoro di quanto ho scritto finora e non fidarti mai e poi mai di un parcheggiatore di biciclette in Vietnam.
Note ignoranti a piè di pagina.
* il luogo è meraviglioso, dovresti andarci a qualsiasi costo.
** L’illusione della sicurezza, che bella cosa!
***Un momento, non ti sembra di avere una lenza tra i denti?
**** Dei quali uno sicuramente credibile, l’altro un geologo.
***** E quando dico “in consegna” intendo dire “in ostaggio”
****** Eresie.