Ogni viaggiatore che si rispetti ad un certo punto della vita vuole iniziare a fare sul serio… Prendere in mano la situazione e sfidare pregiudizi, serie TV e notizie spaventose andando in un luogo dove la maggior parte dei suoi conoscenti non avrebbe il coraggio di mettere piede. E se anche tu non ti sei fatto spaventare minimamente, pur avendo guardato ogni singola serie TV sulle storie degli uomini d’affari degli anni passati che hanno poi avuto problemi legali, quel paio di puntate di The Grand Tour e quella decina di documentari sulla giungla dello stato con 3 delle 5 specie di ragni più velenose al mondo, probabilmente quella meta anche per te è la Colombia.
Se mi dedicherai qualche minuto del tuo preziosissimo tempo, in questo articolo ti svelerò, senza averci messo piede, le cose più fighe che mi sono prefissato di vedere in 15 giorni On the Road per le strade della Colombia, insieme al sempre aggiornatissimo Nico Patrian detto “El Sinto”…
Partenza il 9 Febbraio.
E ritorno il 25, scrivo questo articolo a metà Gennaio ed abbiamo provveduto solamente a prendere il volo, noleggiare una fantasmagorica Kia Picanto* e prenotare 2 notti in un ostello a Bogotà e la notte tra il 22 e il 23 Febbraio a Barranquilla nei giorni del Carnevale, in perfetto stile Vietnam. E, sì, se te lo stai chiedendo, in questo momento con ogni probabilità siamo in Colombia a lottare con lo stress auto-indotto e puoi seguire le avventure su Instagram in tempo reale …
Progettare questo viaggio con El Sinto è stato logorante… alla prima riunione abbiamo acquistato solo il volo e bevuto qualcosa come 4 litri di birra a testa. Partiamo bene.
Dopo una lunga serie di altre riunioni che hanno fatto sì che peggiorassi gravemente la mia condizione fisica, facendo crescere la massa adiposa e riducendo la quantità di neuroni ancora in grado di partorire qualcosa, siamo arrivati ad un accordo su una sorta di traccia di itinerario.
L’Itinerario.
2 completi cretini… Non ho altro aggettivo più calzante.
Le tappe previste sono:
- Bogotà
- Villavieja
- Deserto de Tatacoa
- Salento
- Medellin
- Santa Cruz de Mompox
- Cartagena
- Santa Marta
- Dune de Taroa
- Barranquilla (carnevale)
- San Gil
- Bogotà
In tutto fanno (secondo Google Maps**) 3986 km e 78 h di macchina… 2 cretini e una Kia Picanto che con ogni probabilità non sarà davvero una Kia Picanto. Ma non mi farò scoraggiare nemmeno da me stesso!
Perché la Colombia.
Non c’è un vero e proprio motivo… Con El Sinto ho già viaggiato più volte e abbiamo sviluppato insieme la voglia di vedere il mondo in un determinato modo. Al momento di decidere avevamo puntato i paesi del centro america ma volendo fare il viaggio tutto on the road, avevamo problemi con l’attraversamento delle frontiere con la macchina a noleggio… quindi una sera di Ottobre gli ho sparato un <<Oh vecchio, andiamo in Messico>>!
La risposta è stata negativa, non se la sentiva, lo vedeva ancora una meta un po’ troppo pericolosa per i suoi gusti.
Ascoltando come di consueto l’album Proxima Estacion Esperanza di Manu Chao ad un certo punto parte la strofa “Bogotà 7 Agosto, Bogotà 7 Agosto”, io e El Sinto ci guardiamo, lui mi fa <<non dir…>>
<<Oh vecchio, Colombia>>!
Bogotà.
E Colombia fu!
Arriveremo in mattinata a Bogotà e ci recheremo presso l’autonoleggio che abbiamo scelto da internet… Qui, salvo inconvenienti con i bagagli, avremo i primi colpi di scena poiché, come già successo in Marocco, sono pronto a vedermi consegnare una macchina completamente diversa da quella prenotata e sono pronto ad avere inconvenienti con le carte di credito in quanto la mia non sembrano volerla accettare ed El Sinto sembra aver perso ogni capacità di controllo delle spese nei giorni precedenti alla partenza. Una volta scesi dall’aereo saremo nelle mani di Dio.
A Bogotà abbiamo nel mirino la Candelaria, dove fregandocene di ogni consiglio ricevuto sui blog, alloggeremo in un ostello, i dintorni di Plaza Bolivar, la scalata a Monserrate, un graffiti tour, una palestra di Crossfit (nuova passione del Sinto) e, forse, il Museo di Botero che in realtà sarebbe meglio infilare a Medellin (e ignoravo pesantemente cosa avesse fatto fino al Dicembre 2019)… vedremo!
Un bell’articolo su cosa vedere l’ho trovato qui!
Villavieja – Deserto de Tatacoa
Con 280 km percorsi in 6 ore e mezza (secondo Google) dovremmo arrivare a Villavieja (la porta d’ingresso al Deserto de Tatacoa). Ma per articolare meglio la traccia di questo itinerario: noi pensiamo di partire da Bogotà, arrivare a Villavieja, passare la notte nel deserto e ripartire il giorno dopo per Salento? 2 cretini… questo programma è già saltato ancora prima di partire! Ho trovato informazioni interessanti qui.
Salento.
Dopo 280 km che Google prevede faremo in 7 ore, dovremmo arrivare a Salento… L’omonimia con la località italiana mi sta mandando ai matti! In questa zona dovremmo trovare il modo di fare un bel trekking e visitare una finca del caffè, oltre alle palme uniche al mondo alte come il campanile di Cavarzere. Ho trovato un po’ di informazioni qui, per il trekking invece guarda qui. Entrambi sono link alle pagine che ho seguito per informarmi quindi non sto facendo niente di più che farvi vedere come programmiamo… Per le 10 cose da fare a Salento ho dato un’occhiata qui.
Medellin.
Mah… Forse stiamo correndo un po’ troppo con la fantasia ma dopo il deserto inforcheremo la Picanto per correre verso Medellin, che in teoria dovremmo raggiungere percorrendo i 247 km in circa 6 ore e 50 minuti primi. Se riuscissimo a trovare un alloggio in zona Rosa, ovvero Parco Lleras, ci sarebbe il centro nevralgico della night Life! Per la Comuna 13 e i suoi graffiti già da casa ho trovato un tour a 23 EUR a testa. Poi là presumo si troveranno ovunque. A Guatapè ci arriveremo autonomamente con la macchina in circa 2 ore secondo Google e probabilmente ci passeremo la notte. Ah, quasi dimenticavo… Se cercate degli ippopotami in Colombia, li trovate nei pressi di Villa Napoles, vecchia residenza di un potente uomo d’affari che ha avuto problemi con il governo Colombiano negli anni 90, oggi trasformata in parco a tema.
Santa Cruz de Mompox
Qui la cosa inizia a farsi pesantina perché parliamo di 644 km e circa 13 ore di viaggio (secondo Google). Abbiamo deciso di inserirla giusto per spezzare il viaggio verso Cartagena de Indias, vedendo che comunque il paesino era carino da vedere ed era segnato in diversi blog… È giusto un paesino quindi teoricamente ci dormiremo e il giorno dopo a seguito di un veloce tour dovremmo ripartire.
Cartagena de Indias
E con altri 310 km in poco meno di 6 ore, eccoci arrivare a Cartagena de Indias! 2 cretini. In questa zona, da una veloce ricerca, è interessante il Volcan de Totumo, a metà strada tra Cartagena e Barranquilla! Lo propongono in un tour con il mare rosa qui, ma preferirei provare autonomamente avendo la macchina: il tragitto è di circa 80 km e circa 1 ora e mezza. La località si chiama El Salar de Galerazamba (info qui). Poi ho trovato una crociera con nave pirata e open bar di 7 ore con partenza alle 8.30 di mattina (70 euro) oppure un tour delle isole del rosario con partenza alle 6 di mattina e durata di 7/8 ore (70 euro) anche se saremmo orientati a passare una notte in resort proprio in queste isole. A Cartagena de Indias El Sinto ha inoltre rimediato un invito da uno sconosciuto che parla italiano al “La Rumba Lounge Bar”…***
Santa Marta.
E dopo un trasferimento di 4 ore e 50 (secondo Google), eccoci approdare a Santa Marta!**** Questa è la zona del Parco Nazionale di Tayrona, un’oasi naturale di una bellezza indescrivibile dove la Giungla arriva direttamente in spiaggia. I consigli trovati nei blog dicono di prendere il Bus che dall’entrata del parco ti fa risparmiare i primi 40 minuti di trekking dove di fatto non c’è niente da vedere e di andarci attrezzati di repellente per insetti (soprattutto se si pensa di passarci la notte come effettivamente pensiamo di fare. Sembra anche che negli ultimi tempi, le attrazioni del parco di Tayrona siano particolarmente gettonate (il ché è una buona notizia per un Patrian single ma non così tanto per me che odio i grandi quantitativi di persone e per l’amor del cielo spero di non trovare Canadesi).
Santa Marta ha inoltre un Malecòn e a quanto dice La Globetrotter (nel primo link) un fascino decadente ed un centro storico che vale la pena vedere.
Palomino e Buritaca dovrebbero essere dei villaggetti Hippie che vale la pena vedere… La seconda rimane in tempi recenti più autentica.
E da Santa Marta con l’aiuto della sorte tenteremo l’arrivo alle Dune de Taroa…
Dune de Taroa.
Sin dal viaggio in Vietnam, mi è rimasta la voglia di andare a visitare delle Dune degne di tale nome che si tuffassero direttamente in mare…
In Colombia ci sono le Dune de Taroa, enormi dune che arrivano anche a 60 metri, composte da sabbia rossa simile a quella del Sahara ma che non si trovano nel bel mezzo del deserto, bensì a tro di tuffo dal Mar dei Caraibi!
L’itinerario si è quindi allungato fino a 4000 km per includere una capatina in questa località.
Ecco quindi che con un viaggio di circa 400 km ed 8 ore di macchina dovremmo arrivare ad Uribia, paesino da cui partono i fuoristrada per le Dune de Taroa*****.
Barranquilla.
Io quando si parla di Barranquilla riesco a pensare a una cosa sola: Shakira.
In particolare Shakira in un momento preciso del video di The Wolf in cui si pigia l’indice sulla lingua e ansima 2 volte… Non riesco a togliermelo dalla testa dal primo momento in cui l’ho vista fare così, in quella tutina nera a buchi che aveva nel video. Dolori.
Ma già dal primo video di Whenever Whatever, con quella tamarrata pazzesca del fotomontaggio in cui lei canta con i cavalli che galoppano sulla spiaggia alle sue spalle, si era visto che la ragazza avrebbe fatto successo… Ha una abilità nel ballare che davvero è impressionante.
Completano il personaggio il fatto che parli spagnolo ed abbia origini statunitensi, libanesi, spagnole, catalane e anche italiane… Cioè lei è anche un po’ italiana, motivo per cui riesce a comunicarmi così tante cose anche senza volere, probabilmente.
Sto divagando, vero?
Bene dopo un viaggio di ritorno dalle Dune de Taroa di circa 510 km, che Google ci indica come fattibile in 10 ore e 24 minuti, arriviamo finalmente a Barranquilla.
Già mi immagino a calpestare le stesse strade che ha calpestato Shakira finché cercava di sfondare come poi effettivamente ha fatto nel mondo della discografia…
Il fato ha voluto che le date del nostro viaggio prevedano di trovarci a Colombia, ed in particolare ai Caraibi, e in particolare a Barranquilla, proprio nel periodo del Carnevale.
Che fortunata coincidenza!
Dopo esserci informati, siamo quindi passati alla pianificazione cercando di fare in modo di arrivare il 22 febbraio mattina in modo da prendere parte alla Battaglia dei fiori… il ché ci crea dei problemi di tipo logistico che non ci devono spaventare.
San Gil.
Questa tappa è stata aggiunta come appoggio di sicurezza per garantirci di arrivare sani di mente a Bogotà pronti per prendere l’aereo il giorno giusto e all’ora giusta.
Il tragitto da Barranquilla a San Gil è di 683 km e circa 12 ore e mezza (secondo le ottimistiche previsioni sia mie sia di Google).
Per arrivare a Bogotà occorreranno poi altre 6 ore, quindi l’ultimo giorno dovremo calcolare veramente bene i tempi per non perdere l’aereo.
San Gil è un paesino che offre molte attrazioni di tipo avventuroso-naturalistico, nei dintorni… Ci sarebbero molte cose da fare e vedere ma tutto sta a come e quanto riusciremo a starci perché, come non finirò mai di ripetere, questa è più che altro una sorta di traccia che un vero e proprio itinerario.
… e sono 4000 km in poco meno di 78 ore di viaggio in macchina (secondo Google) nel caso in cui vada tutto liscio come l’olio. Non so se ho reso l’idea…
Lisci come l’olio, su una Kia Pianto (che con ogni probabilità non sarà una Picanto) che in ogni caso non supererà mai i 60 cv di potenza…
2 cretini.
Note Ignoranti a Piè di Pagina
*Nemmeno a dirlo: o equivalente!
** Effettivamente non so quanto fidarmi di Google Maps quando si tratta della Colombia perché, inspiegabilmente, negli ultimi 30 anni, lo stato sembra essere stato preso da tutt’altra cosa rispetto ad un adeguamento delle infrastrutture stradali nel territorio. *** Ricordiamocelo tutti… Così, giusto in caso tornassimo a casa con meno di 4 reni!
**** Io non so perché continuo a stupirmi di questi tempi di percorrenza, credo sarà l’On the Road più impegnativo della mia vita… finora!
***** In fase di ricerca abbiamo posizionato l’omino di Street View su una strada di Uribia e quello che ne è uscito è stato:

E proprio questa immagine mi ha convinto che una eventuale Kia Picanto (o equivalente) non sarebbe assolutamente all’altezza delle strade che potremmo trovare nel tragitto da questo paesino sperduto fino alle Dune maledette.
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